È il 1967, da due o tre anni il traffico turistico aveva segnato una leggera flessione dovuta probabilmente alla compagna anti-Italia fatta in molti paesi europei, ma soprattutto sulla stampa tedesca, causa del mancato controllo dei prezzi. Prezzi che variavano così a seconda del cliente raggiungendo talvolta degli apici impensabili.
Ma già l’anno scorso, e soprattutto quest’anno, il controllo è stato fatto, e subito, forse prima del previsto, l’afflusso dei turisti si è fatto sentire ancor più intenso di prima. Veramente eccezionale è infatti stato il passaggio, dai valichi di Chiasso, delle vetture straniere dirette verso sud. Lunghe teorie di veicoli si vedevano incolonnati per le strade cittadine in ogni momento della giornata e della notte.
Imponente è stata la mole di lavoro svolta dai nostri bravi vigili e sagge alcune decisione delle nostre autorità, come ad esempio il coinvolgimento della maggior parte di vetture sul lungo Breggia e conseguentemente verso i valichi di Pizzamiglio e Brogeda, alleggerendo così il centro città. Sempre più auspicata si è fatta sentire l’apertura dell’autostrada Chiasso-Lugano.
L’incidenza, lo scandalo del 1965 si è ripetuto, purtroppo in modo accentuato, anche nel 1966. La notte del giovedì santo ben pochi nostri cittadini hanno potuto dormire. Infatti un incredibile numero di autovetture è piombato a Chiasso, nelle tarde ore della sera e durante la notte, per entrare in Italia. Quando poi la fila già raggiungeva il quartiere di Boffalora le autorità doganali italiane hanno pensato bene di chiudere il valico di Brogeda, cosicché improvvisamente la colonna di veicoli si allungò in territorio di Balerna e così rimase fino alle prime ore del mattino. Come se ciò non bastasse le operazioni doganali si svolgevano al rilento e gli automobilisti, per la maggior parte lavoratori italiani che rientravano in patria per trascorrervi le ferie pasquali, innervositi da così lunga attesa, ma soprattutto maleducati, si sono divertiti suonando prolungatamente i clacson e le trombe delle automobili.
A nulla è valso il pronto intervento di tutti i nostri vigili, chiamati in servizio telefonicamente, di alcuni pompieri e di alcuni gendarmi. Troppe erano le autovetture e troppo adagio si entrava in Italia.
Ma ormai il giovedì santo è lontano e quella notte non è che un curioso ricordo che ogni tanto ci si diverte a raccontare.