La regione dell’oro e del vino. Il Canton Ticino, il Mendrisiotto, Mendrisio sono stati protagonisti di un lungo e interessante articolo apparso giovedì 3 Gennaio sul New York Times.
Il pezzo, a firma di John Tagliabue dal titolo “A swiss region where the gold comes in solid and liquid forms” descrive l’ascesa del “dark red merlot”, il gioiello rosso prodotto nella zona momò. Come il Merlot di Luigi Zanini, imprenditore di seconda generazione dell’azienda Vinattieri Ticinesi, che produce vino dagli anni Ottanta e che è diventato il maggior produttore della Svizzera con le sue 500mila bottiglie all’anno.
Dal vino, “l’oro liquido”, si passa poi a quello vero e proprio. Anche questo settore si potrebbe definire in ascesa: la crisi infatti ha spinto molti investitori e risparmiatori a orientarsi verso beni rifugio, per definizione più sicuri. L’aumento della domanda ha favorito anche i grossisti, alcuni dei quali hanno sede proprio a Mendrisio.
La velocità di sviluppo si può facilmente intuire considerando che, come si legge nell’articolo del New York Times, “il prezzo dell’oro si aggira oggi intorno a 1.700 dollari l’oncia, contro i 300 dollari di una dozzina di anni fa”. Il quotidiano approfondisce poi altre peculiarità del territorio, compresa la massiccia presenza di frontalieri italiani e la fuga dall’Italia di alcune aziende. Fuga dovuta per molti anche per ragioni di “quality of life”.
“Lo scorso settembre – riporta il New York Times – la pendolare Roberta Pellin, che vive ad Olgiate Comasco, in Italia, a 20 minuti di macchina dal confine, ha aperto un piccolo negozio di fiori in Corso Bello, strada pedonale nel vecchio centro di Mendrisio, dopo aver lavorato per 25 anni nello stesso settore in Italia”. Un fenomeno quello dei frontalieri che ha avuto eco addirittura oltre Oceano e che da qualche tempo inizia a preoccupare la regione di confine ed il Ticino intero, alimentando il dibattito politico, dalla campagna UDC “bala i ratt” al voto clamoroso del 9 febbraio 2014 contro l’immigrazione di massa.