“Le opportunità ci sono, così come le regole”. Questo in sostanza il messaggio emerso dall’incontro che il 26 settembre si è svolto a Chiasso tra i rappresentanti di alcune ditte italiane interessate ad insediarsi nel nostro Cantone con il sindaco Moreno Colombo.
L’invito, partito qualche settimana prima dalla città di confine dal titolo “Benvenuta impresa nella città di Chiasso”, in pochi giorni ha raccolto ben 1.207 iscrizioni provenienti dalla vicina Penisola. In quella mattinata, nei “blindatissimi” locali dello Spazio Officina hanno preso posto i rappresentanti di 168 ditte. L’incontro, si è svolto a porte chiuse anche per timore di eventuali controlli da parte della Guardia di Finanza. Dopo una prima presentazione al Cinema Teatro, gli imprenditori si sono spostati nel vicino Spazio Officina, dove hanno avuto la possibilità di incontrare personalmente nei loro stand fiduciari e avvocati locali.
Durante l’incontro formativo, penultima tappa di un progetto pilota che aveva visto luce circa due anni prima, sono stati sottolineati i numerosi vantaggi che la Svizzera offre a livello commerciale agli imprenditori d’oltrefrontiera, tra i quali interessanti agevolazioni fiscali, una burocrazia più snella, costi del lavoro meno onerosi rispetto a quelli italiani. Tuttavia Moreno Colombo, come da lui riferito in conferenza stampa, aveva altresì reso attenti gli intervenuti sull’inflessibilità del rispetto delle regole svizzere in particolare a livello salariale. Un problema, quello dei salari minimi, che purtroppo ave già coinvolto la città di confine in interventi sindacali e giudiziari legati al dumping salariale praticato da alcuni call center insediatisi sul territorio comunale.
Nato dall’esigenza del Comune di Chiasso di dare nuova vita a tremila metri quadrati di uffici temporaneamente inutilizzati, il progetto, che si avvale della collaborazione e del sostegno dell’APEC, era partito con la creazione di una banca dati territoriale con il fine di catalogare gli spazi a disposizione in particolare rivolti al terziario avanzato. In aggiunta, con la costruttiva collaborazione della Fondazione AGIRE e del DFE, veniva promosso l’incubatore per start up del settore digitale in fase di completamento nell’ubicazione predestinata nel centro della città di Chiasso. Alla mappatura ha poi fatto seguito la pubblicazione di un compendio informativo finanziato dall’Ente Regionale di Sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio.
L’evento terza tappa del progetto, ha rappresentato in pratica una piazza di scambio tra i partner fiduciarie gli interessati imprenditori. Questo incontro è stato, secondo il Municipio, la maniera migliore per instaurare “contatti probativi e funzionali tra il richiedente e lo specialista locale con nozione di causa”. L’eco dell’iniziativa, così ben frequentata, ha allarmato le Istituzione regionali italiane che aveva appreso tramite le 42 testate giornalistiche accreditate, 11 delle quali televisive, la forte partecipazione all’evento da parte dei propri connazionali e si erano espresse in modo stizzito sulle reali opportunità di delocalizzazione in Svizzera delle imprese del loro territorio. Tuttavia gli imprenditori italiani, messi a dura prova dalla crisi, dalla burocrazia e dalla mancanza di credito nel loro paese d’origine, sperano di trovare una soluzione concreta alla loro situazione lavorativa. Una speranza che però per alcuni di loro si è infranta sullo scoglio dei numeri. L’invito chiassese ha infatti metaforicamente chiuso le porte alle grosse imprese per questioni di spazio. Il Comune di Chiasso era pronto ad accogliere le medie e piccole imprese. Ma soprattutto per evitare le brutte esperienze fatte in precedenza (call center docet) l’incontro si rivolgeva in particolare alle imprese legate ai servizi ad alto valore aggiunto.
Ancora oggi a poco meno di un anno di distanza dal convegno chiassese, la situazione delle imprese italiane non sembra ancora in via di miglioramento. Sono oltre 215mila infatti le aziende che vantano ancora crediti con l’amministrazione pubblica (quella che da noi è il debitore più affidabile) e per ciascuna di esse la media degli arretrati dei pagamenti è pari a oltre 300mila Euro. Non deve quindi sorprendere che “Benvenuta impresa a Chiasso” abbia riacceso le speranze di un gruppo di imprenditori che lottano per non chiudere le porte delle loro attività.