Nel centro storico di Mendrisio è stato ritrovato, il 10 luglio, un ulteriore frammento di mosaico appartenente alla villa romana che era stata scoperta nel 2002.
Il reperto è stato portato alla luce grazie a dei lavori nel sottosuolo in Via Santa Maria. Databile al II – III secolo dopo Cristo, il manufatto rappresenta un rinvenimento importante poiché, secondo gli esperti, in Ticino è una delle rarissime testimonianze artistiche documentate di epoca romana. Tuttavia il ritrovamento del frammento di mosaico rappresenta solo l’ultima scoperta, in ordine di tempo, di un lungo lavoro archeologico cominciato molti anni or sono, come descritto in un articolo da Benedetta Giorgi Pompilio, datato 2003.
“La storia degli schiavi archeologici, che hanno interessato soprattutto gli immediati dintorni della chiesa Santa Maria in Borgo, ha quasi un secolo e ha fornito risultati di rilievo sulla sequenza insediativa del sito, offrendo nuovi contributi volti a meglio delineare la più ampia storia del Ticino. Già nel 1911, durante la posa di canalizzazione sul sagrato della chiesa, viene alla luce un mosaico in opus tessellatum, allora considerato del II – III secolo d.C. – come riportato nel Bollettino storico della Svizzera italiana – al di sotto del quale si trovano delle suspensure, colonnine in mattoni che permettono la circolazione dell’aria calda sotto il pavimento del calidarium, la cosiddetta sala dei bagni caldi all’interno delle terme romane. Il mosaico viene ben presto asportato per essere conservato a Villa Ciani fino agli anni Sessanta, quando scompare misteriosamente senza che se ne abbia più alcuna traccia. Nel 1921 – una decina di anni dopo il primo ritrovamento – alcuni lavori mettono in luce il perimetro della primitiva abside ad est, indicando come l’orientamento originario della chiesa fosse est-ovest. Dalla parte opposta, durante la costruzione dell’oratorio, si scopre parte di una strada romana. Facendo ora un ampio salto cronologico, arriviamo allo scorso anno, quando si apre uno scavo di emergenza che prende le mosse da un intervento edilizio nel nucleo storico.
Nel luglio 2002 interviene l’Ufficio beni culturali di Bellinzona che avvia uno scavo in funzione della costruzione di un posteggio coperto sul sedimento privato antistante alla chiesa. Qui riemergono lacerti die mosaici già individuati all’inizio del XX secolo, che alla luce di importanti confronti con altri siti, potrebbero forse essere retrodatati di un secolo o due e collocati quindi nel I secolo d.C., come concorre a far pensare anche il ritrovamento di ceramica. Tali ipotesi, tutte da confermare perché il materiale e tutto il complesso devono ancora essere oggetto di uno studio approfondito, farebbero pensare ad una villa della stessa epoca, collocata in posizione strategica, che testimonia il ruolo centrale giocato da questa zona nell’ambito dei traffici commerciali tra il sud e il nord. Negli strati superiori dello scavo si è rinvenuto, inoltre, un’area cimiteriale con alcune tombe ad inumazione con una copertura in lastra di pietra spezzata in due. Si tratta di sepolture multiple (forse riferite a gruppi familiari), separate da un muro dall’unica singola, in cui era deposto un infante. Forse si tratta di una necropoli medievale, sebbene non si sia trovato alcun reperto mobile datante.”
Nell’ambito degli studi su più ampia scala, a livello ticinese, la villa di Mendrisio e quelle di Morbio Inferiore, di Stabio (fondo Realini) e di Bioggio permettono tuttora e in futuro di meglio delineare l’evoluzione degli insediamenti dalla Romanità al Medioevo.